LICEO PARINI

In ricordo del preside Giorgio Porrotto

Pochi giorni fa si è spento a Piacenza Giorgio Porrotto. E’ stato
Preside del Liceo Parini dai primi anni ‘80 al 1992. Era arrivato
nello storico Liceo milanese dopo essere stato preside del Liceo
scientifico XXV Aprile di Pontedera, cittadina di confine tra la
Toscana e la Liguria. Dei toscani aveva la caparbietà, dei liguri
l’animo poetico e l’operosità. Sul finire degli anni ‘80 del
secolo scorso, aveva aperto il Liceo di via Goito alla
“sperimentazione Brocca” rendendolo il classico con il
maggior numero di sperimentazioni a Milano, in particolare il
potenziamento della Matematica, che consisteva
nell’insegnamento dei primi rudimenti di informatica, e della
Lingua straniera, estesa a tutti e cinque gli anni anziché ai primi
due delle superiori come si usava allora. Dopo qualche anno si
aggiunse anche l’insegnamento di Diritto e Economia.
Alla direzione del Liceo Parini, Giorgio Porrotto si era
contornato di validi collaboratori e collaboratrici eletti
democraticamente dal Collegio dei Docenti, facendo da ponte
tra le nuove generazioni e quelli più anziani per servizio.
A volte si rammaricava di aver trascurato da studente lo studio
della matematica a scapito della Filosofia, materia nella quale
si era laureato. Una lacuna, sosteneva, che non gli consentiva di
elaborare l’orario degli insegnanti in piena autonomia. E’
sempre stato riconoscente verso coloro che si sono dedicati con
impegno profondo alla vita scolastica del Liceo Parini, una
riconoscenza che lo ha portato a stabilire cordiali rapporti di
amicizia tenuti fino alla fine dei suoi giorni sia con gli
insegnanti sia con il personale non docente di vecchia data. A

volte quella riconoscenza si è trasformata in lunghi viaggi o
peripli ardui per fare visita a chi era temporaneamente infermo
in un ospedale o per essere presente al funerale di chi era
mancato anzitempo. Quando parlava di qualche docente che
stimava, diceva:
“ Ha chiave di lettura”. A volte a noi più giovani, quelli tra i 25
e i 30 anni, con fare paterno diceva: “ Si ricordi, professore,
che dietro a ogni scelta c’è un messaggio” e quella massima,
frutto di esperienza e di saggezza, non di rado per tanti di noi
ha rappresentato un punto cardinale, una “chiave di lettura”
negli anni a venire.
Qualche anno fa donò alla biblioteca della nostra scuola la
raccolta del Corriere della Sera degli anni ‘50 del secolo
scorso. Egli ricordò, durante la breve cerimonia di consegna,
quanto l’informazione fosse importante in quelle famiglie di
modesta estrazione sociale come la sua e quanto la Terza
pagina del Corriere, quella culturale, così chiamata perché
veniva subito dopo le prime due dedicate alla politica, avesse
formato generazioni di lettori che non avevano avuto
l’opportunità di proseguire gli studi. In quella occasione
ricordò ai presenti che suo padre, dedito a un lavoro manuale,
non prese mai la tessera del Partito nazionale fascista durante il
ventennio mussoliniano, una scelta che gli provocò non pochi
problemi nella ricerca di un lavoro.
Il preside Giorgio Porrotto ha continuato ad occuparsi di scuola
fino alla fine dei suoi giorni, intervenendo spesso e con lucidità
nel dibattito in corso. Tra i suoi pregi quello di aver avuto
sempre un pensiero terzo, che gli permetteva di capire perché
gli altri la pensassero diversamente, una qualità che gli ha
consentito di essere apprezzato dai tanti docenti che hanno
avuto la fortuna di conoscerlo.

Prof. Pasquale Coccia